Lettura impegnativa per l’ombrellone, ma comunque scorrevole e chiara: “Giovane adulto” di Lancini e Madeddu. Libro che descrive giovani che noi terapeuti vediamo sempre più di frequente: né adolescenti né maturi, ragazzi bloccati nel “canale uterino della vita”, che faticano a vivere la terza nascita. La prima è quando si viene al mondo, la seconda in adolescenza e la terza per divenire adulti e ritagliarsi uno spazio sociale sia affettivo che professionale.
Perchè questi ragazzi, li vedo, giovani, intelligenti, piacevoli e capaci, non riescono a esprimersi? “Non vi sono più riti evidenti né passaggi obbligati ed enfatizzati collettivamente… per esempio, il servizio militare (per altro scomparso)”.
È soprattutto in Italia e nei Paesi Mediterranei che i giovani adulti tardano ad uscire di casa e rendersi autonomi: “Ogni attore pare avere dei vantaggi nel non separarsi: da parte dei figli si tratta di approfittare delle comodità domestiche, mentre per i genitori godere della sensazione di essere madri e padri di figli ancora in formazione e quindi di essere ancora giovani”.
Il terapeuta si occupa con il giovane adulto di nuclei emotivi profondi: disistima, depressione, ansia, identità. Lo psicologo può anche entrare in modo “esplicito nel processo decisionale affinché il paziente possa superare l’impasse in tempi sufficientemente rapidi. Il tempo è una variabile importante e se ne passa troppo non si è più giovani adulti”.
Superare un blocco, e vale per tutti, è un’esperienza potente che rinforza la fiducia di base e che rimanda un’immagine di sé vincente.
Giovane Adulto: contatta la psicologa a Saronno
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